Intervista a Maurizio Tesconi

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Questa settimana a Pisa si svolge l’Internet Festival, che dedicherà una serie di seminari anche al tema della Sicurezza e privacy. Il primo degli eventi si svolgerà venerdì 7 ottobre nella Sala Azzurra della Scuola Normale Superiore alle ore 15,30 e avrà come relatori Roberto Baldoni, Gianluca Dini, Rita Forsi, Domenico Laforenza, Fabio Martinelli, Federico Santi e Giorgio Scarpelli.
Per questo motivo abbiamo voluto intervistare il Dott. Maurizio Tesconi, ricercatore. I suoi interessi includono il web mining, la social network analysis e visual analytics nell’ambito dell’Open Source Intelligence. Attualmente è anche il responsabile scientifico lato CNR del Centro di Ricerca per l’Analisi delle Informazioni Multimediali (CRAIM), in cui esperti della Polizia di Stato e ricercatori, operano in sinergia per svolgere attività di ricerca e supporto operativo nel settore dell’analisi dei dati.

A chi  consiglia il master in cyber security?
A tutti i laureati interessati a questo ambito e in cerca di opportunità di lavoro. Possono iscriversi i neolaureati in qualsiasi disciplina, ma anche chi già lavora da un po’ e magari si vuole specializzare e vuole aggiungere nuove competenze al proprio curriculum.
L’ambito tecnologico e informatico, oggi, offre molte opportunità occupazionali, tutti i laureati possono trovare in questo percorso un valido inserimento nel mondo del lavoro.
Naturalmente per riuscire si deve essere appassionati o almeno incuriositi dai temi del master, che sono legati alla stretta attualità, come la protezione delle infrastrutture critiche o dei siti istituzionali e aziendali. Un attacco informatico alla rete elettrica sarebbe in grado di lasciare al buio un’intera nazione, un tentativo di sabotaggio ai server di una multinazionale potrebbe far perdere milioni di dati. Per questo figure come quella di chi esce dal master in cyber security saranno sempre più strategiche.

Quali sono gli sbocchi professionali?
Chi uscirà dal master diventerà un esperto di sicurezza informatica, una figura sempre più richiesta in diversi settori privati e pubblici. Gli esperti di sicurezza informatica si rivelano strategici nel settore economico finanziario, per esempio per garantire la sicurezza delle banche, o anche nei corpi della forze dell’ordine, come la polizia, per la salvaguardia della sicurezza dei cittadini.

Cosa manca in Italia?
Una presa di coscienza del problema legato alla sicurezza informatica, al momento ancora sottovalutato. Oggi viviamo in un mondo informatizzato, dipendiamo dai computer e affidiamo allo smartphone praticamente tutti gli aspetti della nostra vita, dal lavoro agli affetti. Se le aziende, e non solo quelle grandi, non iniziano a investire nelle giuste tecnologie per tutelarsi, rischiano grosse perdite economiche. Pensiamo per esempio alla grossa perdita economica che si troverebbe ad affrontare un’impresa se qualcuno riuscisse ad accedere ai suoi brevetti.

In che cosa consiste il suo corso in Cyber Intelligence?
Durante il corso illustrerò le principali tecniche di acquisizione e analisi di dati provenienti da diverse fonti. Lavoreremo sulle fonti aperte, come il web o i social network, ma anche sul dark web, la rete completamente anonima che purtroppo viene utilizzata anche dalla criminalità. Attraverso questi dati e lo studio della rete di interazione tra i vari account è possibile ricavare informazioni utili, dall’individuazione di profili di persone potenzialmente pericolose allo studio del livello di odio nelle conversazioni.

Come il settore dell’analisi dati potrebbe contribuire alla cyber security?
L’analisi dati è alla base di moltissime tecnologie della cybersecurity. Una delle applicazioni più recenti riguarda l’analisi dei commenti che le persone si scambiano sui social, sui forum e nei gruppi Facebook, che potrebbe rivelare un alto contenuto di sentimenti negativi, in particolare di odio, nelle conversazioni. Il termine tecnico è “hate speech”, e si tratta di un fenomeno in pericoloso aumento. Per combattere fenomeni come il cyberbullismo, per cui si stanno discutendo testi di leggi nazionali proprio in queste settimane, questo tipo di analisi può giocare un ruolo strategico per individuare potenziali minacce in tempi rapidi.

Ho letto che ha molti interessi, ha altri progetti nel cassetto?
Vorrei approfondire le mie ricerche sull’utilità dei social network nelle situazioni di emergenza. Ho già sperimentato l’utilizzo delle persone come sensori sociali in situazioni di catastrofe naturale, come in seguito a un terremoto, trovando risultati incoraggianti. Attraverso i dati di Twitter è possibile capire in pochi minuti dove devono essere indirizzati i soccorsi e come aiutare i cittadini in difficoltà dopo un sisma, mi piacerebbe capire se e come questi studi possano essere applicati in altri tipi di emergenze, come gli attacchi terroristici.